Come sottofondo di tutti gli scritti di M. Carolina - la Povera Anima - troviamo il suo cammino di perfezione spirituale: Gesù la conduce lungo tutto l'arco degli anni che vanno dal 1965 alla sua morte (nel 1989), ma certamente anche prima di allora, ad una sempre più fedele risposta alla sua chiamata. Cambiano le modalità e le richieste, ma rimane costante la spinta alla crescita personale. Questo aspetto merita particolare attenzione, perché Gesù molto spesso, nel parlare a M. Carolina, usa delle forme impersonali per esprimersi, lasciando chiaramente intendere che l'invito è rivolto anche a tutta una categoria di persone (tutti quelli che vogliono accogliere il suo richiamo) e non soltanto alla Povera Anima.
La vicenda si svolge quasi per epoche, abbastanza ben distinte, caratterizzate da particolari richieste di Gesù che spesso assumono, nella loro ripetizione, una carica di drammaticità veramente impressionante: è il caso di considerare, in questo senso, l'importanza e l'unicità che ciascuno ha nel piano di Dio; infatti Gesù sceglie una via diversa solo come estrema conseguenza di un rifiuto. E spesso non si rassegna neppure di fronte alle ripetute resistenze, ma continua a chiedere, a insistere... «Io non ti ho scelta per gioco o per complimento» (2-2-1988) dirà Gesù a M. Carolina. Certo che Dio può tutto e che le sue opere si compiono da sé, ma vuole la nostra libera e reale collaborazione: da un rifiuto possono derivare delle conseguenze terribili, ritardi, sofferenze.
Come già si può notare dalla suddivisione del libro Potenza Divina d'Amore, i primi anni sono di preparazione e si innestano sull'offerta a vittima di riparazione che M. Carolina ha fatto vent'anni prima, nel 1943. Per tutto il tempo che va dal dicembre 1963 al 10 novembre 1965, Gesù non fa che chiedere a M. Carolina che gli si dia amore e riparazione per la consolazione del suo Cuore e la salvezza delle anime. Questa richiesta pressante è espressa, come già accennato sopra, a M. Carolina, a P. David o a tutti: «Datemi amore... Ho bisogno d'amore!» (30-12-1963), «Offriti in olocausto di riparazione» (7-3-1964), «Sì, desidero anche da Lui (P. David) un amore ardente di riparazione al mio Amore» (9-12-1964), per fare solo qualche esempio. Gesù domanda a tutti riparazione, perché le anime non si perdano, dando dolore al suo Cuore e calpestando il suo Sacrificio.
Queste richieste di riparazione assumono, nello stile proprio degli scritti, molti aspetti diversi e senz'altro utili per mettere a fuoco la nostra spiritualità, ma volendone fare una sintesi, sembrano risaltare in modo tutto particolare la richiesta di fedeltà e disponibilità assolute: «Con il tuo Signore, ricordalo sempre: "O tutto, o niente!"» (24-5-1988 ed espressioni simili), la partecipazione alle sofferenze di Cristo (in qualsiasi forma si presentino) e l'offerta incondizionata di sé all'Amore.
Sebbene gli incontri di Madre Carolina con l'Ospite Divino non abbiano conosciuto ostacoli di luogo o di tempo, dagli scritti sappiamo però che il momento per eccellenza è alla Comunione Eucaristica: sono innumerevoli, in questo senso, gli episodi che si potrebbero citare fin dall'inizio dei suoi appunti. Ecco il primo: «Dominata così da una forza superiore e favorita da inspiegabili lumi e attrazioni, l'anima, in preda a forti e misteriose sofferenze, specialmente durante la S. Messa e S. Comunione (però anche in altri tempi), comincia a ricevere certe impressioni intime, così chiare e precise, da paragonarle ad una vera voce che si comprende benissimo».
Il cammino ascetico di M. Carolina, come è naturale che sia per ogni discepolo di Cristo, è centrato su Gesù: tutto deve condurre ad una sempre maggiore disponibilità a conformarsi a lui. All'interno di questo rapporto la caratteristica dominante è il S. Cuore e questo sia per volontà di Gesù che la invita in molti modi diversi - dal cercare nel suo Cuore il sommo bene (8-11-1964) al chiudersi in esso senza uscirne (7-7-1964) - sia forse per inclinazione stessa di M. Carolina, che già in un atto di consacrazione scritto negli Esercizi spirituali del 1957 (pag. 127 della biografia) esprimeva una particolare attenzione al Cuore di Gesù. Come in ogni rapporto d'amore vero c'è una misteriosa reciprocità, infatti molto spesso anche Gesù è in cerca d'amore (i messaggi in questo senso sono innumerevoli), oppure di libero sfogo nel cuore dei suoi prediletti (29-8-1965), o di ricevere il loro stesso cuore per farne secondo i suoi desideri (15-3-1966).
In questo preciso contesto si inserisce la richiesta di Gesù che sia glorificato lo Spirito Santo e il primo accenno avviene velatamente il 28-6-1964: «Oh, si ami l'Amore! Si ami l'Amore sostanziale dell'Eterna Carità!», per poi apparire in modo esplicito dal 10 novembre 1965 in poi: «Perché la Chiesa, mia Sposa, non onora con un culto più solenne, ardente, pratico, presso i fedeli, lo Spirito Santo?». Da questo momento avviene una svolta evidente nell'esperienza spirituale di M. Carolina, che viene insistentemente interpellata perché si faccia portavoce di questo desiderio presso la Chiesa. Non cambiano, però, le motivazioni di fondo e neppure si sposta il centro della sua vita spirituale, che resta sempre Gesù, infatti la glorificazione dello Spirito Santo sembra proposta come catalizzatore dell'azione salvatrice di Cristo, un mezzo che può accelerare potentemente la santificazione delle anime e la consolazione del suo Cuore.
Non è certamente da vedere in questo passaggio una specie di azione di ripiego da parte di Gesù, come se fosse l'ultimo tentativo dopo ogni genere di insuccessi, perché lui stesso dice che «Dopo venti secoli di evidentissime prove della sua onnipotente assistenza, è già ora che venga riconosciuto, onorato e glorificato anche con un culto tutto speciale [...]» (22-5-1966); è giunto il tempo della manifestazione, secondo il piano di Dio, dopo il tempo della preparazione.
Non trattandosi di un ripiego, si deve concludere che è la chiara manifestazione della volontà che Spirito Santo e S. Cuore devono andare insieme in quest'Opera e infatti sono tantissimi i messaggi che raccordano saldamente la glorificazione dello Spirito Santo al Cuore di Gesù: «Manifesterai dunque il mio desiderio (a suo tempo) e ti assicuro che usciranno dal mio Cuore, come da una fornace ardente di carità, le fiamme del mio amore, a torrenti... e le anime troveranno più prestamente la via della santificazione e della salvezza. Te lo chiedo... Ti supplico... E questo non sarà che il complemento del culto dovuto al mio Cuore. Perché, sarà appunto il mio Cuore che sarà veramente onorato e glorificato» (11-12-1965). Qui abbiamo il S. Cuore come fonte da cui scaturisce lo Spirito, lo Spirito che santifica le anime e le anime che rendono gloria a Gesù nel suo Cuore, come in un vortice che ha la sua sorgente e il suo culmine in Dio nell'abbraccio salvifico dell'umanità.