Molto spesso, specialmente in occasione di visite o pellegrinaggi al nostro Centro, o quando ci spostiamo noi, incontriamo persone che ci domandano se facciamo parte del Rinnovamento nello Spirito o dei Carismatici e quale sia il nostro modo di pregare. È probabile che anche fra i nostri lettori ci sia qualcuno che ancora ha bisogno di capire meglio chi siamo o di approfondire la propria identità. Cerchiamo di rispondere a questi interrogativi, facendo un po' di chiarezza.
L'Opera dello Spirito Santo
L'Opera dello Spirito Santo non è di stampo "carismatico", non deriva cioè dall'esperienza del Rinnovamento Carismatico o di altri movimenti che sono nati da esso, ma è stata fondata negli anni Sessanta da P. David de Angelis, Cappuccino, sulla base dell'esperienza spirituale di una Suora Canossiana, M. Carolina Venturella (che nei suoi scritti si firmava "Povera Anima"). L'Opera dello Spirito Santo è costituita dall'Associazione "Potenza Divina d'Amore" formata da laici, e due Famiglie di consacrati "Discepoli e Apostoli dello Spirito Santo", una maschile e una femminile. Le tre realtà perseguono lo stesso fine, ciascuna secondo la propria natura specifica: i laici vivono nel mondo con le proprie famiglie, mentre i consacrati e le consacrate vivono nelle rispettive Case in una forma di vita fraterna.
Il nostro carisma
Prima di tutto: cosa sono i carismi? Sono doni che il Signore fa alla sua Chiesa per l'utilità e la crescita di tutto il popolo di Dio. Possono essere dispensati a singole persone, come nel caso del dono delle lingue, di guarigione, ecc. (come si legge negli Atti degli Apostoli), oppure possono essere affidati a gruppi, come nel caso delle numerosissime famiglie religiose, realtà associative, movimenti, ecc. che si impegnano a custodire e approfondire ciò che hanno ricevuto dal Signore attraverso i propri fondatori e non si ripetono mai, sono cioè unici. La fantasia creativa dello Spirito non soffre limitazioni! Per questo motivo è molto importante non confonderli, rispettando la natura di ciascuno, per non correre il rischio di soffocarli trasformandoli in qualche altra cosa.
Il carisma, che motiva la nostra esistenza e determina la nostra identità all'interno della Chiesa, è la glorificazione dello Spirito Santo secondo le indicazioni contenute negli scritti della Povera Anima, di cui una sintesi è raccolta nel libro "Potenza Divina d'Amore". Per il raggiungimento del nostro scopo possiamo servirci dell'approfondimento dottrinale e dell'insegnamento, della formazione di gruppi di preghiera, di opere di carità (come già avviene all'Oasi Ave Maria di Loreto), della costruzione del Tempio dello Spirito Santo, come richiesto da Gesù, e di qualunque altro mezzo utile allo scopo, purché adeguatamente vagliato con l'aiuto dell'autorità ecclesiastica.
I gruppi di preghiera
A differenza di altre realtà ecclesiali, nell'Opera e nei gruppi di preghiera dei Discepoli e Apostoli dello Spirito Santo, non è ammessa la manifestazione di eventuali carismi particolari (doni di guarigione, delle lingue, di profezia, ecc.), e neppure l'imposizione delle mani, a meno che non sia fatta da un sacerdote e questo secondo una indicazione di Gesù, che il 25-3-1988 precisava ulteriormente: «... soprattutto semplicità di ogni metodo di preghiera secondo il Vangelo e la Liturgia della Chiesa, tenendo sempre per sospetto ogni eventuale "profetismo" o particolari favori... o comunque che esternamente non siano mai permessi». Come si è già accennato all'inizio, a qualcuno potrà sembrare che queste limitazioni "spengano lo Spirito", ne impediscano cioè l'azione, ma non è così: ci sono già movimenti ecclesiali nei quali vengono coltivati questi doni; nel nostro caso Gesù vuole invece che si riscopra e si approfondisca l'azione dello Spirito Santo nella vita ordinaria e nella liturgia, nella quale occupano un posto del tutto speciale i sacramenti. Sarebbe quindi tradire il dono che ci è stato affidato e disobbedire alla voce di Gesù, se consentissimo ad agire diversamente.
La preghiera liturgica e i sacramenti
Talvolta può capitare che anche le cose più belle ci appaiano noiose e monotone per via del rapporto costante che abbiamo con esse: è il lato negativo dell'abitudine. Non per questo, però, tali cose perdono la propria natura o efficacia: siamo noi che perdiamo la capacità di coglierla. Possiamo veder succedere questo in qualunque situazione, da ciò che mangiamo, agli affetti e perfino su noi stessi: quante volte vorremmo essere diversi da ciò che siamo, mentre c'è chi invidia qualche nostro dono! Questo succede anche nei confronti della Parola di Dio, della preghiera e dei sacramenti, e tra questi in particolare l'Eucaristia e la Riconciliazione, ai quali ci è dato di accedere più frequentemente. La tentazione può essere allora quella di cercare nella novità delle forme l'appagamento del proprio spirito, mentre si tralascia magari l'impegno ad una migliore conoscenza dei tesori della Chiesa nei quali lo Spirito Santo agisce con abbondanza di grazie.
Per questo motivo, dai prossimi numeri del mensile, vogliamo proporvi un po' per volta delle modalità concrete per la formazione di cenacoli di preghiera conformi al nostro carisma, nei quali occuperà un posto centrale la Parola di Dio, l'adorazione eucaristica (prolungamento della celebrazione del sacramento) e la preghiera tratta dai testi liturgici, nonché delle proposte per continuare il nostro rapporto con Dio, sotto la guida dello Spirito, nel vissuto quotidiano.
Il mensile come strumento di formazione
Ormai da molti anni, sul nostro periodico mensile viene pubblicato sempre almeno un articolo di approfondimento teologico o biblico sullo Spirito Santo. Lungi dal voler scoraggiare i lettori che vi si accostano, ma volendo offrire piuttosto un sussidio formativo accessibile a tutti, gli argomenti sono esposti con un linguaggio chiaro, che richiede solo una maggiore familiarità con la Bibbia e il Catechismo, che sono basi essenziali, comunque, per la nostra crescita spirituale. Come già accennato sopra, anche questi testi possono essere adottati per una lettura comunitaria all'interno dei gruppi, facendone motivo di riflessione e di meditazione.